È il re in questo momento della Formula 1 con prestazioni che ne confermano il livello: Oscar Piastri ha il suo segreto e lo svela il manager del pilota.
Vincitore (anche) del GP di Spagna sul Circuito della Catalogna, Oscar Piastri della McLaren si sta confermando di gara in gara come uno dei piloti candidati principalmente alla vittoria del titolo Mondiale grazie a prestazioni intelligenti e alla capacità di gestire anche le più complesse situazioni per mezzo di un carattere razionale e lucido. Il segreto dell’australiano è nella testa e ciò sembra avvantaggiarlo anche su Lando Norris, suo compagno di Scuderia, che sembrava partire leggermente in avanti in questa annata di F1.
Ai microfoni di ‘SKY Sports’ è intervenuto l’australiano manager di Oscar Piastri, ovvero il connazionale Mark Webber, direttamente dal paddock di Monaco. Questi ha spiegato come uno dei punti di forza del pilota di Melbourne classe 2001 sia la capacità di non investire alcuna energia su “cosa pensino gli altri”. Sembra poco, ma non lasciarsi influenzare dal contesto lo rende in qualche modo “speciale”.
Un segreto sicuramente è secondo il manager “la sua rara lucidità”. Mark Webber specifica: “Non si lascia toccare dai giudizi esterni, non perde tempo a cercare approvazione. È semplicemente se stesso sempre”. In effetti spesso è balzata all’attenzione anche della cronaca la sua freddezza, sebbene nei momenti più emotivi come le vittorie. Invece è (anche) una questione di attitudine.
F1, i segreti di Oscar Piastri: il manager del pilota racconta le sue abitudini
Vi è un altro dettaglio che senza dubbio fa la differenza e si nota durante le gare più difficili da affrontare anche fisicamente ed è propria la cura relativa allo stile di vita. Il pilota della McLaren – racconta il manager – “dorme come un bambino, sempre sereno. Non si arrovella, non rimugina”. Un aspetto che denota una maturità non scontata alla luce del contesto di grande competitività e anche pressione.
La Formula 1 d’altronde si fioca sui dettagli e la capacità di dedicare la sua attenzione soltanto a questo, trascurando aspetti mediatici e affini, probabilmente è quanto sta dando all’australiano l’aura di un veterano pur essendo ancora 24enne e con tutta la prospettiva affermarsi nella storia di questo sport, alla guida di una vettura che quest’anno più che mai sembra più che un passo avanti rispetto alle concorrenti.
