Retroscena LeBron: poteva rivoluzionare la NBA, ma disse no per colpa del razzismo

Emerge un interessante retroscena. La star dei Lakers poteva avere una carriera totalmente diverse, ma a pesare sulla scelta fu una questione di razzismo.

LeBron James sta ormai vivendo gli ultimi anni della sua lunghissima carriera. Il talento di Akron si appresta ad iniziare la sua 23esima stagione. Lo farà in canotta Lakers, squadra con cui gioca da 7 stagioni e con la quale ha vinto il titolo del 2020. Naturalmente quest’anno LeBron cercherà di bissare il successo nonostante la concorrenza agguerrita.

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Retroscena LeBron: poteva rivoluzionare la NBA, ma disse no per colpa del razzismo (LaPresse) Pallacanestrobiella.it

La vittoria dell’anello sarebbe la numero cinque nella sua carriera. Il già citato titolo del 2020, a cui si aggiungono i titoli del 2016 con Cleveland e i due (2012 e 2013) con Miami. Questi ultimi arrivati a seguito della clamorosa e controversa “The Decision”, quando nel 2010 LeBron annunciò in diretta televisiva di aver scelto gli Heat per puntare al titolo allora assente nella sua bacheca. Per farlo creò in Florida un dream team composto anche dalle due superstar Bosh e Wade, oltre che ad una serie di giocatori di alto livello, che poi si riveleranno decisivi, come Allen.

Una scelta, quella di andare a Miami e creare il super-team che avrebbe poi condizionato non solo gli Heat, ma anche il resto della NBA. Negli anni successivi saranno infatti diversi i team che proveranno a seguire la stessa strada: dai fortunati Golden State Warriors, ai disastrati, proprio a causa del tentativo di fare all-in con il super-team, Brooklyn Nets o Phoenix Suns. Ma, a distanza di anni, emerge un retroscena che avrebbe potuto cambiare la carriera di LeBron e la storia recente della NBA.

LeBron poteva andare a Los Angeles già nel 2010, ma sponda Clippers

Oggi LeBron veste la canotta dei Lakers, ma poteva approdare a Los Angeles già nel 2010, quando fu tentato dall’offerta del Clippers. Non è un mistero che sul tavolo ci fosse anche l’offerta dell’altra franchigia di Los Angeles, ma anni dopo arrivano conferme del perché non si concretizzò. All’epoca il miliardario David Geffen era intenzionato ad acquistare la franchigia e vedeva in LeBron il colpo ideale per il nuovo corso. La trattativa non si concretizzò e i Clippers rimasero in mano a David Sterling.

Intuit Dome
LeBron poteva andare a Los Angeles già nel 2010, ma sponda Clippers (LaPresse) Pallacanestrobiella.it

Come suggerito dallo stesso Geffen a ESPN, le motivazioni del no ai Clippers riguardano proprio Sterling. Il controverso atteggiamento dell’ex proprietario dei Clippers, che negli anni successivi sarà costretto a vendere la franchigia a Steve Ballmer dopo che le opinioni da molti definite razziste erano diventate di dominio pubblico, frenarono LeBron dallo scegliere i Clippers.

Una scelta che, portando LeBron nella metà “perdente” di Los Angeles, avrebbe potuto cambiare la storia della NBA e forse il talento di Akron non avrebbe mai vestito la canotta gialloviola dei Lakers.

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