La Juve sta procedendo con il lavoro sul mercato e sul campo alla vigilia dell’inizio della nuova stagione, ma alcune parole non sono passate inosservate.
La Juventus è concentrata al 100% sul lavoro in programma con Igor Tudor e non ha intenzione di lasciare nulla al caso in vista della nuova stagione, 2025/26, che sta per cominciare. I bianconeri non vogliono commettere passi falsi e vogliono puntare alla vittoria che manca da troppo tempo alla Continassa.
Nel frattempo la società è ovviamente concentrata sul mercato, tra possibili entrate e possibili uscite, ma non sono neppure passate inosservate parole molto dure che sono state riferite proprio sulla Vecchia Signora.

Il momento, con l’inizio della stagione sempre più vicino, è delicato e si sta pensando soprattutto al presente. Certo la Juventus non vuole farsi distrarre e vuole restare concentrata al massimo su quello che c’è in palio con la nuova stagione ma le parole che sono state dichiarate in un’intervista nello specifico hanno fatto il giro del web e hanno risvegliato parte dell’ambiente juventino toccato nel profondo da quanto è stato riferito.
Juve, parole pesantissime: il riferimento va ad un momento ben specifico
Ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport”, Giancarlo De Sisti, ex giocatore di Fiorentina e Roma tra le altre, ha parlato dello scudetto del 1982, perso dalla sua Fiorentina. In quell’anno De Sisti era l’allenatore del club viola e quanto accaduto ancora brucia nei suoi ricordi. Tanto che sulla volata della Juventus di quella stagione ha dichiarato: “Quello scudetto dell’82? Una rabbia, da mangiarsi le mani. Per me fu un vero e proprio furto“.

Ma non è finita qui perché poi ha anche continuato a parlare della sua esperienza nel mondo del calcio e ha aggiunto: “Se Moggi mi chiuse le porte? Quell’anno (1991-92, ndr.) successero cose strane. Alla vigilia di una partita con la Juventus, Rozzi disse a un giornalista che non aveva mai incontrato un uomo serio e capace come me”.
“Perdemmo – ha aggiunto – e i tifosi presero a calci la sua macchina, Rozzi mi accusò con dichiarazioni assurde, la Digos mi impose la scorta. Andammo avanti un po’, la situazione era insostenibile, alla fine arrivò l’esonero. Quando mi ritrovò mi disse: ‘Io dico sempre quello che penso’. E io replicai: ‘Presidente, ma lei non pensa mai a quello che dice'”.