Il campione Nba fa scoppiare la polemica, ecco cosa ha detto e perchè ha fatto scalpore: i dettagli.
L’Nba vive un momento complesso si sa. Le difficoltà di una Lega che non riesce a rinnovarsi come vorrebbe e va incontro ad un leggero calo degli ascolti, sono ormai sotto gli occhi di tutti. Tutto si può dire della Nba, però, tranne che sia una Lega poco fruttuosa.

Anzi, a far scalpore nelle ultime settimane sono stati proprio i contratti firmati da Gilgeous Alexander e da Devin Booker, che hanno esteso la loro permanenza negli Oklahoma City Thunder e nei Phoenix Sung con un accordo pari a 75 milioni di dollari l’anno. Cifre strepitose anche se paragonate agli altri sport. Santi Adam, riserva de Memphis Grizzlies, guadagna 10 milioni di dollari l’anno, stessa cifra incassata Travis Kelce, stella dei Chiefs in MLB e dieci volte Pro Bowl. Numeri clamorosi che, tuttavia, non soddisfano i giocatori, o quasi.
È di Stephen Curry la polemica scatenata nelle ultime ore fa. Il campione dei Golden State Warriors ha parlato nel corso di un’intervista di come, secondo lui, i giocatori Nba siano sottopagati. Una dichiarazione che ha generato parecchie polemiche, proprio in virtù dei 60 milioni di dollari che la star Nba percepirà la prossima stagione.
Curry solleva un polverone, la polemica della stella Nba
“Penso che, a causa del modo in cui è strutturato attualmente il CBA (il Collective Bargaining Agreement, contratto collettivo dei giocatori Nba, ndr.) non possiamo partecipare al capitale azionario. E questo è un grosso problema perché si tratta di una partnership con la proprietà. È una partnership con la lega, e noi siamo nel breve termine per quanto riguarda quei ricavi”, ha commentato Curry.

“Quelle cifre sembrano folli, ma quello che sta facendo la lega, da qualsiasi epoca si voglia fare un confronto, fino ad oggi, è probabilmente 10 volte tanto. L’idea che non possiamo partecipare al capitale azionario mentre giochiamo è uno dei motivi per cui direi di sì, siamo sottopagati, perché vogliamo essere in grado di partecipare a questo aumento“, ha concluso Curry.
Secondo la stella Nba, dunque, i giocatori dovrebbero poter partecipare alla crescita delle franchigie e della Lega beneficiandone anche economicamente sul lungo periodo. Una riflessione che, nelle ultime ore, sta aprendo il dibattito negli Stati Uniti.