Enzo Ghinazzi attacca Pippo Baudo e lo ricorda con un insolito aneddoto: le parole di Pupo.
La scomparsa di Pippo Baudo senza, senza dubbio, la fine di un’era della televisione italiana che con molta probabilità non si rivedrà mai più. Nato a Militello, Pippo Baudo si è spento all’età di 89 anni al Campus Biomedico di Roma, circondato dalla sua famiglia.

La sua ultima apparizione in pubblico risale a quasi un anno fa, il 27 settembre 2024, quando Baudo partecipò alla festa per i 90 anni di Pier Francesco Pingitore. Già all’epoca la sua foto in carrozzina aveva generato la preoccupazione di milioni di fan, che adesso hanno dovuto salutarlo per l’ultima volta.
Numerosissimi gli artisti e i personaggi dello spettacolo che oggi si sono recati alla camera ardente, allestita nel Teatro delle Vittorie di Roma, dove l’autore e conduttore televisivo era di casa. Dai vertici Rai al Ministro Tajani, e poi Mara Venier, Lino Banfi, Carlo Conti, Gianni Morandi, Fiorello, Laura Pausini e tantissimi altri personaggi che hanno voluto rendere omaggio ad uno dei padri della televisione italiana. Ma c’è qualcuno che, comunque, è voluto andare controcorrente.
Pippo Baudo, Pupo lo attacca: le parole del cantante
Si tratta di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, che tramite un post sui social ha ricordato Pippo Baudo attraverso un “insolito” aneddoto.

“La scomparsa di Pippo Baudo ha generato un’infinità di post e commenti. Tantissimi artisti e addetti ai lavori hanno tirato fuori dall’album dei ricordi foto e pensieri per rendere omaggio a questo grandissimo personaggio. Naturalmente, come sempre accade in questi casi, nessuno è andato fuori dal coro dell’apologia. Anche io, che non ho mai fatto parte di nessun coro, desidero comunque salutare e ringraziare Pippo Baudo per tutto ciò che ha fatto per la musica italiana ma, soprattutto, desidero ringraziarlo per non avermi mai considerato e aiutato“, ha dichiarato Pupo.
Pupo non ha mai dimenticato quelle parole che, secondo lui, gli hanno dato una spinta ulteriore.
“Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, gli sta antipatico il mio nome d’arte: Pupo. Il più grande talent scout di tutti i tempi aveva sentenziato già negli anni 80, la mia fine. Ci rimasi malissimo, non mi buttai giù, anzi, mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere. Grazie Pippo, senza di te, probabilmente, non avrei mai trovato quella tenacia e quella forza di reagire che oggi mi permettono di festeggiare i 50 anni di carriere e di essere sempre un ‘Pupo’. Che la terra ti sia lieve grandissimo uomo e monumentale artista”, ha concluso.