Alvaro Vitali all’età di 75 anni è venuto a mancare per delle complicanze dovute ad una broncopolmonite recidiva
La terribile notizie della morte di Alvaro Vitali ha toccato da vicino molti italiani che sono cresciuti con le risate di Pierino e non solo. A 75 anni, dopo l’ultimo periodo di vita passato in condizioni precarie di salute, Vitali ha chiuso gli occhi per l’ultima volta.
Nato a Roma il 3 febbraio 1950, è stato scoperto da Federico Fellini durante un provino nel 1968 e l’anno successivo a 19 anni debutta in “Satyricon” e successivamente in “I Clowns”, “Roma” e “Amarcord”. Una serie consecutiva di film che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico.
Dopodiché registi del calibro di Dino Risi, Alberto Sordi e Ruggero Deodato hanno cominciato a impiegarlo in tantissimi film del genere “commedia sexy all’italiana”. Nel 1981 però arriva il boom: “Pierino contro tutti” regala ad Alvaro Vitali l’exploit del grande scherzo con il personaggio, appunto, di Pierino.
Alvaro Vitali vive un periodo d’oro tra gli anni ’70 e ’80, ma con il calo del genere “commedia sexy” e il personaggio di Pierino che comincia ad essere ripetitivo, comincia la vera caduta di Alvaro Vitali. I tanti soldi hanno fatto vivere nella bambagia l’attore italiano, finito però con una pensione minima per la categoria e con un grave caso di depressione.
Alvaro comincia a soffrire di solitudine da parte dell’industria, da cui si sente abbandonato. Chi invece gli è sempre stato vicino è stato Carlo Verdone: l’attore romano era presente anche al funerale dove ha rilasciato dichiarazioni molto sentite ai giornalisti.
“Sei l’unico ad essere venuto, hai fatto un regalo enorme ad Alvaro”, dicono a Verdone che però corregge subito il tiro: “Lui ha fatto il regalo a me, mi ha dato il suo volto, la sua amicizia, professionalità anche in condizioni fisiche molto precarie. Gli devo dire grazie perché mi ha abbellito il racconto, gli ha dato un significato e gli ho sempre voluto bene, fin da quando ho visto i primi film di Fellini”.
Verdone ha poi concluso: “Il cinema è così, per tutti arriva il momento del tramonto, ma non riguarda solo personaggi come Alvaro. L’importante è lasciare una testimonianza con film e soprattuto con nobiltà d’animo. Lui è stato un grande signore, davvero”.
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